Confcooperative Alpe Adria è la principale organizzazione di rappresentanza, tutela e revisione delle imprese cooperative delle province di Udine, Gorizia e Trieste. Essa è l’organo territoriale della Confcooperative (Confederazione delle Cooperative italiane). È nata nel 2022 dalla fusione di tre associazioni territoriali: l’Unione Provinciale Cooperative di Gorizia, la Federazione delle Cooperative e Mutue di Trieste e l’Associazione Cooperative Friulane di Udine.

Le nostre cooperative operano in tutti i settori economici: dall’agroalimentare alla pesca, dalla produzione industriale e artigiana ai servizi, dal sociale al credito, dai servizi sanitari al turismo e alla cultura. Confcooperative Alpe Adria associa quasi 400 imprese cooperative ed imprese sociali, che complessivamente generano ricavi per circa 500 milioni di euro e impiegano più di 12.000 addetti. I soci cooperatori sono circa 80.000.

L’Associazione è un ente a libera adesione e a conduzione democratica e autonoma da movimenti politici. Essa si ispira ai principi della dottrina sociale della Chiesa ed è modello per quanti fondano la propria vita sui principi di un’economia sociale, solidale e partecipata.

 

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"La Casetta" attrae studiosi fin dalla Polonia

Mercoledì 6 settembre 2023 sarà presente a Gorizia una delegazione dei rappresentanti del settore delle politiche sociali e Sanità Pubblica del governo regionale di Pomorskie in Polonia; saranno presenti il vice-presidente della Regione, il direttore del Centro dei Servizi Sociali e diversi funzionari delle diverse strutture sociali. Organizzata dall’Agenzia polacca GMSynergy nell’ambito di un progetto finanziato da un bando europeo ha lo scopo principale di conoscere le buone pratiche e le soluzioni offerte – nei contesti territoriali locali - come servizi per aiutare le persone durante e dopo una crisi mentale.

La visita, che comprenderà anche tappe a Trieste, avrà anche come focus a Gorizia la visita di una struttura che offre un aiuto concreto per le persone nelle difficoltà ed organizzare un confronto informativo - anche con Servizi pubblici di riferimento di tale struttura -  circa il modo di agire nella situazione della crisi.

La struttura individuata è quella denominata La Casetta di via Vittorio veneto a Gorizia, gestita dalla Cooperativa sociale La Cisile (aderente al consorzio Il Mosaico) nell’ambito dell’appalto per la co gestione dei Progetti personalizzati della salute mentale dei CSM di Gorizia e Monfalcone di ASUGI: questa scelta consentirà agli ospiti di prendere visione e chieder informazioni sulle modalità esistenti di rapporto pro attivo tra DSM e la cooperazione sociale locale.

Il programma della mattinata prevede una visita alla abitazione – che ospita mediamente 6/7 giovani con una copertura di personale riabilitavo sulle 12 ore – e un confronto con gli operatori de La Cisile e i dirigenti de Il Mosaico; successivamente ci si sposterà negli spazi del C.S.M. di Gorizia, all’interno del Parco Basaglia dove il confronto si incentrerà sul ruolo e sulle funzioni dei Servizi pubblici negli interventi perla salute mentale, anche in ambito di prevenzione.

La mattinata si concluderà con un momento conviviale che consentirà di gettare ulteriori basi di rapporto e amicizia, in vista di ulteriori e future collaborazioni sempre nell’ambito dei progetti europei e degli scambi di buone esperienze.

"La Casetta" ha festeggiato questa primavera i 20 anni di attività: era il 2003 infatti quando avviava l'attività, sotto la gestione della cooperativa sociale Aesontius che, di recente, è confluita nella cooperativa sociale La Cisile.

La nascita della cooperazione in Friuli-Venezia Giulia risale al 1880 con la prima latteria a Collina di Forni Avoltri. Nei decenni successivi, in poco tempo, le iniziative cooperative si moltiplicano in tutto il territorio del Friuli, sia per iniziativa di numerosi sacerdoti che per quella di imprenditori liberali: alle latterie sociali si aggiungono le prime casse rurali, forni cooperativi (Remanzacco, 1884), circoli agrari (1885 a Pozzuolo del Friuli), cooperative di lavoro e di consumo. Anche nel territorio giuliano ed isontino, all’epoca ancora parte dell’Austria-Ungheria, sul finire dell’Ottocento si moltiplicano le nuove cooperative. Nell’Isontino è fondamentale per lo sviluppo del cooperativismo l’impegno del cattolicesimo sociale e la figura di don Luigi Faidutti, alla cui azione si deve la nascita di numerose iniziative cooperative: nel 1896 nasce la Cassa rurale di Capriva e nel 1899 la Federazione dei Consorzi agricoli del Friuli. Anche Trieste vive un analogo fervore cooperativistico, con la nascita di numerose cooperative, sia nell’ambiente operaio della città che in quello della comunità slovena (nel 1888 nasce la Cassa rurale di Aurisina) e, nel 1903, nascono le Cooperative Operaie.

Nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale che, tra le tante trasformazioni, produce anche la fine della rappresentanza unica del mondo cooperativo: infatti, il 14 maggio del 1919 viene costituita a Roma la Confederazione Cooperative Italiane per iniziativa delle cooperative di ispirazione cattolica. Di lì a poco, l’avvento del fascismo interromperà l’impetuoso sviluppo del movimento cooperativo, imponendo la chiusura di molte cooperative e iniziando un processo di normalizzazione di tutto il cooperativismo. Il regime provoca lo scioglimento di tutte le Associazioni Cooperative di ispirazione democratica, per costituire l’Ente Nazionale delle Cooperative, requisendo i beni sociali e soffocando l’autonomia dei quadri dirigenti, sino allo sfacelo della Seconda guerra mondiale.

Ma dalle macerie della guerra, il movimento cooperativo rinasce in tutti i territori: il 1° ottobre 1945 risorge a Udine l’Unione delle Cooperative del Friuli, in seguito Associazione Cooperative Friulane. A Trieste, ancora sottoposta al Governo militare alleato, nasce il 27 aprile 1946 la Federazione delle Cooperative e mutue. A Gorizia, l’Unione provinciale delle Cooperative e mutue nasce il 9 luglio 1949.

Nel nuovo ordinamento repubblicano del nostro Paese, la cooperazione viene inserita nella Costituzione: l’articolo 45 «riconosce la funzione sociale della cooperazione avente carattere di mutualità». I decenni successivi sono un periodo di grande sviluppo del movimento cooperativo che concorre alla crescita economica e sociale dei territori, concorrendo alla ripresa dell’economia e alla ricostruzione anche dopo la grave prova del terremoto che colpisce il Friuli nel 1976. E proprio nel nostro territorio, nel 1972, nasce la prima cooperativa sociale al mondo, per iniziativa di Franco Basaglia che, a Trieste, sperimenta la deistituzionalizzazione dei pazienti degli Ospedali psichiatrici.

Un percorso che da allora è continuato, allargando la presenza della cooperazione ad ogni ambito di attività economica, innovandosi e reinventandosi continuamente.

Confcooperative Alpe Adria si occupa di:

  • rappresentare in ambito territoriale presso le varie Istituzioni, gli Uffici Pubblici ed i vari Enti, le cooperative associate, le loro istanze e necessità;
  • creare nuova imprenditorialità, specie fra i giovani, riservando particolare attenzione alla ricerca ed alla valorizzazione di energie per la cooperazione; valutando con propri esperti l’idea imprenditoriale, collaborando allo studio ed alla progettazione dell’impresa cooperativa, supportandone la costituzione e la fase di avvio;
  • far conoscere ad amministratori, enti ed istituzioni il proprio parere sui principali temi di carattere locale ed informare in merito ad iniziative connesse al mondo cooperativo;
  • rappresentare gli enti associati nei confronti delle organizzazioni sindacali e degli istituti previdenziali;
  • svolgere attività di informazione e assistenza su tematiche tecniche generali e settoriali.

Il nostro obiettivo è creare valore per il territorio e per le cooperative che rappresentiamo, promuovendo la crescita del movimento cooperativo e la nascita di nuove imprese, l’occupazione, l’innovazione e la legalità in tutti i campi della vita economica e sociale. A muoverci è la convinzione che solo unendo le forze delle tante imprese cooperative e “facendo squadra” sia possibile lo sviluppo duraturo del sistema imprenditoriale del nostro territorio.

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