Confcooperative Alpe Adria è la principale organizzazione di rappresentanza, tutela e revisione delle imprese cooperative delle province di Udine, Gorizia e Trieste. Essa è l’organo territoriale della Confcooperative (Confederazione delle Cooperative italiane). È nata nel 2022 dalla fusione di tre associazioni territoriali: l’Unione Provinciale Cooperative di Gorizia, la Federazione delle Cooperative e Mutue di Trieste e l’Associazione Cooperative Friulane di Udine.

Le nostre cooperative operano in tutti i settori economici: dall’agroalimentare alla pesca, dalla produzione industriale e artigiana ai servizi, dal sociale al credito, dai servizi sanitari al turismo e alla cultura. Confcooperative Alpe Adria associa quasi 400 imprese cooperative ed imprese sociali, che complessivamente generano ricavi per circa 500 milioni di euro e impiegano più di 12.000 addetti. I soci cooperatori sono circa 80.000.

L’Associazione è un ente a libera adesione e a conduzione democratica e autonoma da movimenti politici. Essa si ispira ai principi della dottrina sociale della Chiesa ed è modello per quanti fondano la propria vita sui principi di un’economia sociale, solidale e partecipata.

 

download PDF brochure

download PDF Organigramma

Consumi: giù del 7 per cento per i negozi di vicinato

I bilanci delle piccole cooperative di consumo sono a rischio, stretti fra l’incremento dei costi energetici e di quelli all’ingrosso di molti prodotti, da un lato, e un significativo calo dei consumi, dall’altro. L’allarme viene da Confcooperative Alpe Adria che associa 14 “negozi di vicinato” in provincia di Udine. Il calo dei consumi previsto nel 2022, indicano i dati monitorati dall’Associazione, potrebbe essere attorno al 7 per cento: «Se unito all’aumento dei costi fissi sopportati dalle piccole cooperative di consumatori, si tratta di un fenomeno estremamente negativo a carico di imprese che hanno anche una primaria funzione sociale, perché erogano un servizio fondamentale in tante comunità del nostro territorio», sottolinea Paola Benini, presidente di Confcooperative Alpe Adria.

 

Qualche esempio. Il costo dell’energia elettrica, per la Cooperativa di Consumo di Premariacco (1.500 soci e 11,5 milioni di euro di fatturato nel 2021), è aumentato del 92,3 per cento nel primo semestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Il costo per kWh, da agosto 2021 ad agosto 2022, è cresciuto del 205 per cento. Il gas è aumentato, in un anno, del 189 per cento. «Stiamo adottando contromisure come la chiusura di alcune isole frigo, e stiamo lavorando per espandere l’autoproduzione aggiungendo un nuovo impianto fotovoltaico da 200 kW a quello, più piccolo, già esistente, ma si tratta di investimenti che scontano iter autorizzativi lunghi a cui, ora, si aggiungono anche interminabili tempi di attesa per la consegna dei materiali e la loro messa in opera», racconta Gianni Saccavini, presidente della cooperativa.

Per noi, il prezzo dell’energia è ormai diventato pari, come voce di costo, al personale: una situazione che non avevamo mai vissuto – aggiunge preoccupata Sonia Bartesaghi, presidente della Cooperativa Santa Maria Assunta di Forni di Sopra. I consumi, per loro, sono calati a settembre del 4,76 per cento rispetto allo stesso mese del 2021: «I consumatori risparmiano perché anche loro devono far fronte al caro bollette».

 

Un quadro confermato da Maurizio Giorgiutti, della Cooperativa di consumo di Savorgnano del Torre: «Possiamo stimare il calo dei consumi nell’ordine del 10 per cento, mentre l’aumento dei costi energetici è tale che, ad esempio, nei due mesi di luglio e agosto 2022 abbiamo speso per l’energia quanto 8 mesi del 2021. Inoltre, continuano i problemi di approvvigionamento su alcuni prodotti che sono iniziati dopo lo scoppio della guerra, e solo in alcuni casi, come gli oli, sono tornati alla normalità».

Non è infrequente il caso, raccontano dalle cooperative, di aziende che comunicano l’impossibilità a consegnare i quantitativi richiesti o, addirittura, annunciano la chiusura di alcune linee produttive a causa degli elevati costi energetici causando la difficoltà a reperire alcuni prodotti sugli scaffali. «Stimiamo l’aumento dei prezzi di approvvigionamento nel settore alimentare nell’ordine del 10 per cento che, ovviamente, in un momento di crisi, non possono essere riversati sui listini se non in minima parte, e questo comporta un impatto drammatico sui conti delle nostre aziende», conclude Saccavini.

La nascita della cooperazione in Friuli-Venezia Giulia risale al 1880 con la prima latteria a Collina di Forni Avoltri. Nei decenni successivi, in poco tempo, le iniziative cooperative si moltiplicano in tutto il territorio del Friuli, sia per iniziativa di numerosi sacerdoti che per quella di imprenditori liberali: alle latterie sociali si aggiungono le prime casse rurali, forni cooperativi (Remanzacco, 1884), circoli agrari (1885 a Pozzuolo del Friuli), cooperative di lavoro e di consumo. Anche nel territorio giuliano ed isontino, all’epoca ancora parte dell’Austria-Ungheria, sul finire dell’Ottocento si moltiplicano le nuove cooperative. Nell’Isontino è fondamentale per lo sviluppo del cooperativismo l’impegno del cattolicesimo sociale e la figura di don Luigi Faidutti, alla cui azione si deve la nascita di numerose iniziative cooperative: nel 1896 nasce la Cassa rurale di Capriva e nel 1899 la Federazione dei Consorzi agricoli del Friuli. Anche Trieste vive un analogo fervore cooperativistico, con la nascita di numerose cooperative, sia nell’ambiente operaio della città che in quello della comunità slovena (nel 1888 nasce la Cassa rurale di Aurisina) e, nel 1903, nascono le Cooperative Operaie.

Nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale che, tra le tante trasformazioni, produce anche la fine della rappresentanza unica del mondo cooperativo: infatti, il 14 maggio del 1919 viene costituita a Roma la Confederazione Cooperative Italiane per iniziativa delle cooperative di ispirazione cattolica. Di lì a poco, l’avvento del fascismo interromperà l’impetuoso sviluppo del movimento cooperativo, imponendo la chiusura di molte cooperative e iniziando un processo di normalizzazione di tutto il cooperativismo. Il regime provoca lo scioglimento di tutte le Associazioni Cooperative di ispirazione democratica, per costituire l’Ente Nazionale delle Cooperative, requisendo i beni sociali e soffocando l’autonomia dei quadri dirigenti, sino allo sfacelo della Seconda guerra mondiale.

Ma dalle macerie della guerra, il movimento cooperativo rinasce in tutti i territori: il 1° ottobre 1945 risorge a Udine l’Unione delle Cooperative del Friuli, in seguito Associazione Cooperative Friulane. A Trieste, ancora sottoposta al Governo militare alleato, nasce il 27 aprile 1946 la Federazione delle Cooperative e mutue. A Gorizia, l’Unione provinciale delle Cooperative e mutue nasce il 9 luglio 1949.

Nel nuovo ordinamento repubblicano del nostro Paese, la cooperazione viene inserita nella Costituzione: l’articolo 45 «riconosce la funzione sociale della cooperazione avente carattere di mutualità». I decenni successivi sono un periodo di grande sviluppo del movimento cooperativo che concorre alla crescita economica e sociale dei territori, concorrendo alla ripresa dell’economia e alla ricostruzione anche dopo la grave prova del terremoto che colpisce il Friuli nel 1976. E proprio nel nostro territorio, nel 1972, nasce la prima cooperativa sociale al mondo, per iniziativa di Franco Basaglia che, a Trieste, sperimenta la deistituzionalizzazione dei pazienti degli Ospedali psichiatrici.

Un percorso che da allora è continuato, allargando la presenza della cooperazione ad ogni ambito di attività economica, innovandosi e reinventandosi continuamente.

Confcooperative Alpe Adria si occupa di:

  • rappresentare in ambito territoriale presso le varie Istituzioni, gli Uffici Pubblici ed i vari Enti, le cooperative associate, le loro istanze e necessità;
  • creare nuova imprenditorialità, specie fra i giovani, riservando particolare attenzione alla ricerca ed alla valorizzazione di energie per la cooperazione; valutando con propri esperti l’idea imprenditoriale, collaborando allo studio ed alla progettazione dell’impresa cooperativa, supportandone la costituzione e la fase di avvio;
  • far conoscere ad amministratori, enti ed istituzioni il proprio parere sui principali temi di carattere locale ed informare in merito ad iniziative connesse al mondo cooperativo;
  • rappresentare gli enti associati nei confronti delle organizzazioni sindacali e degli istituti previdenziali;
  • svolgere attività di informazione e assistenza su tematiche tecniche generali e settoriali.

Il nostro obiettivo è creare valore per il territorio e per le cooperative che rappresentiamo, promuovendo la crescita del movimento cooperativo e la nascita di nuove imprese, l’occupazione, l’innovazione e la legalità in tutti i campi della vita economica e sociale. A muoverci è la convinzione che solo unendo le forze delle tante imprese cooperative e “facendo squadra” sia possibile lo sviluppo duraturo del sistema imprenditoriale del nostro territorio.

Resta informato